domenica 2 agosto 2009

Un'altra vacanza che finisce

Finisce un'altra vacanza di amici che sono venuti a trovarci e hanno visitato la Cambogia. Vi ringraziamo di cuore, la vostra presenza ci ha fatto molto piacere e speriamo di rivedervi presto!

Per gli amanti delle schede tecniche eccovi un breve riassunto delle loro tre settimane:
(clicca per ingrandire)


  1. Arrivo a Phnom Penh domenica mattina 5 luglio 2009. Visita di Phnom Penh
  2. Uscita giornaliera ai villaggi flottanti di Kompong Chhnang e la vecchia capitale Oudong
  3. 5 giorni a Sen Monoro, provincia di Mondulkiri.
  4. Siem Reap, visita dei templi di Angkor e attrazioni locali
  5. Isola di Koh Rong Saloem, Lazy Beach
  6. Kampot, campi di pepe e cave
  7. Ritorno in CH venerdì 24 luglio 2009





Relax alla Lazy Beach

Finalmente un po‘ di vero relax e Lazy Beach é il posto ideale. I bungalow sono fatti di legno e molto semplici.


In ognuno ci sono due letti matrimoniali e un bagno (niente acqua calda).

Durante la notte si sentono tanti rumori, da un parte le onde del mare e dall’altra il vento che soffia tra gli alberi. Ma questo è natura e rilassa tanto. Penso che hanno dormito tutti bene, dopo la giornata di arrivo (vedi post precedente), e la mattina ognuno l’ha affrontata alla sua maniera:

Dopo una ottima collazione a base di pane e Nutella, affrontiamo la spiaggia. Prima camminiamo per una lunga passeggiata.


Verso la fine della baia scopriamo che ci sono tante conchiglie e coralli e non resistiamo a non raccoglierli. Lisa mi consiglia di lasciare il raccolto per un po’ esposto, in caso che ci fosse ancora qualche abitante



Di questi esemplari, solo una conchiglietta aveva un padrone e l’ho riportato al mare.

In seguito ci buttiamo nel verso senso della parola al mare. L’acqua è calda e non profonda, credo che stiamo stati dentro quasi 2 ore. Uno penserà, saranno stanchi dopo un bagno così lungo. Eh no, siamo come bambini, instancabili e ci viene voglia di costruire qualcosa nella sabbia. Ispirati dal film visto sul bus, decidiamo di costruire la macchina di Mr. Bean in versione decapottabile.

Finita l’opera ci facciamo un giro in spiaggia

per poi fermarci al bar per un aperò…

La giornata la concludiamo con una bella cena e un serata in compagnia.

E ricordatevi di mettere sempre la crema da sole al male, e di spalmarla dappertutto… ne so qualcosa…

Il giorno seguente io torno a Phnom Penh. Da segnalare la prima tratta del viaggio, appunto via mare, dalla spiaggia alla barca, come sempre a nuoto

Questo volta le valigie le hanno messo in quella scatola arancione che si vede nella foto. All’arrivo era piena di provviste per l’isola.

Lisa, Sara e Luca sono rimasti altri due giorni sull’isola, ma hanno avuto un po’ di sfortuna con il tempo: pioggia, pioggia e ancora pioggia. Cosi tanto brutto tempo che la barca della Lazy beach si è arenata nella sabbia della spiaggia ed é mezza affondata. Sono poi tornati sulla terra ferma con un’altra barca e hanno passato qualche giorno a Kampot prima di tornare a Phnom Penh.

Come arrivare alla Lazy Beach

Dopo le avventure di Mondulkiri e Siem Reap, ecco i nostri viaggiatori ripartire per il Sud per trascorre qualche giorno al mare. Mi aggrego a loro e partiamo la mattina con il bus per Sihnoukville. Dopo 4 ore di viaggio e gli stessi film (Mr. Bean in vancanza e Titanic) che loro hanno visto il giorno prima venendo da Siem Reap, c’è la solita lotta di trattare un mezzo di trasporto (Tuk Tuk o taxi) per portarci in spiaggia. In questi casi addotto la strategia dell’un dollaro a persona, qualcuno prima o poi accetta. E’ cosi che un taxi ci porta all’ufficio della nostra destinazione finale, la Lazy Beach (www.lazybeachcambodia.com), un spiaggia isolata con qualche semplice bungalow in legno sull’isola di Koh Rong Saloem. Veniamo subito a sapere che la barca ha problemi e c’è un po’ di ritardo. Nessuno problema, c’è giusto il tempo per farsi una ritocatina ai capelli (Luca)

e una veloce visita in spiaggia. Ci dicono poi che la loro barca non è utilizzabile, ma che ne hanno organizzata un’altra, quindi si parte. Chiaramente nel momento che saliamo sulla barca comincia ad alzarsi un forte vento e piovere. Nessun problema dice il capitano, tra 15 min si calma tutto e possiamo partire. Dopo un’ora , un buon tè caldo gentilmente offerto e tanto sballotollamento,
si decide di annullare, troppo pericoloso navigare ora, e rimandare la partenza al giorno dopo. Sono ca le tre del pomeriggio, ci cerchiamo un alberghetto e passiamo ancora dall’ufficio della Lazy per confermare. Scopriamo che invece di partire presto la mattina, si può andare solo attorno a mezzogiorno, perché aspettano altri clienti e fanno solo un viaggio al giorno. Intanto avevo smesso di piovere e si era calmato il vento. Perché non andare la adesso (intanto erano già le cinque)? Formiamo una cellula di crisi e davanti a un buon cafè, servito di cuore dalla sciura in pigiama,
valutiamo le diversi opzioni. Non c’è tanto tempo e bisogno decidere. Ok, andiamo, ma in fretta! Ritorna all’albergo, annulla le stanze, prendi le valige e di fretta al porto. Arriviamo, carichiamo la barca (la loro che intanto hanno messo a posto) e poi aspettiamo. Non si parte. Aspettiamo. Non si parte.

Con tutto l’impegno che ci abbiamo messo a fare le cose in fretta… Chiediamo e ci dicono che stiamo aspettando le quattro persone che già dovevano venire al primo tentativo di andare sull’isola. Loro erano già piazzati in spiaggia e in modalità festa. Finalmente verso le 19 di sera si parte, al calare del sole…

Ci aspettano 2 ore di navigazione… Ce la faremo? Appena partiti, dal vano motore comincia uscire fumo bianco. Spengono il motore e ci calmano dicendo che è normale, visto che hanno appena fatto dei lavori. Pochi istanti dopo ripartiamo in direzione dell’isola di Koh Rong Saloem.



C’è sempre meno luce diurna e si fa sempre più fatica a vedere l’isola. Ci abitano solo pochi cambogiani e l’elettricità non c’é. Quelle poche luci che riusciamo a vedere sono quelle delle barche dei pescatori. A un certo momento spengono la luce sulla nostra barca. Che succede? Un altro problema? Nessuno reagisce e la nostra navigazione continua. Una volta che i nostri occhi si sono abituati alla visione notturna, scopriamo nelle schiuma delle onde che la barca crea, spuntano tanti puntini fluorescenti, come tante lucciole. Si tratto di plancton che con l’agitazione dell’acqua si illumina. Uno spettacolo che ci allieva un po’ il viaggio.



Finalmente dopo 2 ore di navigazione, terra in vista! O meglio una pila che ci fa segno dalla spiaggia… Non c’è un pontile per attraccare e la barca non arriva proprio fino in spiaggia. Dobbiamo saltare in acqua e camminare fino alla terra ferma. A me l’acqua arrivava sopra la pancia, pensate gli altri... In più ognuno si portava la sua valigia/borsa.

In spiaggia ci accoglie Richard il proprietario della Lazy Beach, un inglese che ha messo in piedi il tutto circa due anni fa. Un tipo molto simpatico e gentile. Non vediamo niente sulla spiaggia, nessuna luce o abitazione. Ma dove sono i bungalows e il ristorante? Dall’altra parte dell’isola! Ah! Visto le brutte condizioni del mare, era pericoloso attraccare direttamente alla Lazy e dall’lato opposto dell’isola era più calmo e protetto. Richard ci rassicura, sono solo 20 min di camino su un sentiero ben marcato attraverso la giungla. Giungla? Ancora sanguisughe e ragni? Abbiamo scelta? Ci incamminiamo, ognuno con la sua pila e in fila indiana.Dopo ca 30 min finalmente arriviamo, niente sanguisughe e niente ragni, solo un formicaio con formiche giganti…

Il primo obbiettivo dopo aver preso possesso del bungalow, è il ristorante. Lo stomaco brontolava già da parecchio tempo ed erano già le 21.30. Richard ci offre un paio di birrette, raccontandoci che l’ultima volta che ha dovuta fare l’attraversata dell’isola per via delle brutte condizioni è stato un anno fa. Mangiamo, chiacchieriamo un po’ e poi a nanna!

Tutto sommato è stato una bella avventura, anche se dal racconto sembra un po’ più drammatico… In ogni caso è valsa la pena arrivare all’isola…



continua...

sabato 1 agosto 2009

La provincia di Mondulkiri

Domenica 5 luglio, ore 9.00, aeroporto di Phnom Penh.

Stiamo aspettando l’arrivo di visite ticinesi: Lisa, Sara e Luca. L’attesa comincia a farsi lunga,

esce un sacco di gente da quella porta scorrevole ma non loro. Ma eccoli finalmente! Io sono pronto con la macchina fotografica ad immortalare le loro espressioni di gioia. Anch’io sono emozionato, forse troppo e non riesco a prendere una foto che si buona…

In ogni caso un bel momento di gioia, come le 3 settimane che seguono al loro soggiorno in Cambogia. I primi giorni sono dedicati alla città di Phnom Penh, poi partiamo tutti insieme per Sen Monorom nella provincia di Mondulkiri, sud-est della Cambogia. Abbiamo riservato per 4 notti dei bungalows in un ecoturismo (http://www.naturelodgecambodia.com/). Ci vogliono sette ore di macchina per arrivarci e abbiamo riservato un taxi solo per noi. Visto che eravamo in cinque, abbiamo chiesto se c’era abbastanza posto per tutti e ci era stato assicurato che la macchina era molto spaziosa. Non credere mai a queste cose, è sempre meglio controllare! Fatto sta che è arrivato un autista con la sua Toyota Camry di vecchia annata e suo fratello, quindi in totale sette persone. A me hanno gentilmente offerto il posto davanti, gli altri 4 hanno cercato di incastrarsi tra di loro nel sedile posteriore e i due cambogiani si sono arrangiati per conto loro:


Non so chi schiacciava il freno e chi l’acceleratore… per fortuna era automatica… Alla fine il fratello serviva solo per trovare la strada per andare fuori città ed è stato scaricato subito. La strada da percorrere è per buona parte in buone condizioni e in parte ancora in costruzione, ma non problematica.

Durante il tragitto si vede la vera Cambogia, tanta campagna e piccoli paeselli. Interessante come sempre i diversi modi di trasporto:


Si avvicina l’ora di pranzo e noi non avevamo portato niente. L’autista ci propone un ristorante locale, ma non c’ispira. Decidiamo di comperare qualcosa al mercato, questi i resti del nostro pranzo:

Finalmente arriviamo al Natural lodge, un grande terreno, con tanto verde e animali liberi(cani, gatti, galline, cavalli, …)



L’accoglienza è molto take it easy, gentili ma con calma. La padrona del posto è molto più presa a controllare (sottolineo controllare) i lavori per la nuova cucina che darci il benvenuto. Prendiamo possesso dei bungalow e mangiamo qual cosina. Ci consigliano di andare su un collina nelle vicinanze per vedere i tramonto, consiglio che seguiamo. Quindici minuti di cammino e siamo arrivati. Il tramonto è poi coperto da qualche nuvola, ma ci godiamo lo stesso il momento. E’ fresco da queste parti e c’è tanto verde, ci voleva proprio!


Il prossimo giorno intraprendiamo un trekking con gli elefanti, un esperienza veramente eccezionale! Da queste parti gli elefanti vengono trattati con tanto rispetto e si istaura un profondo rapporto tra l’animale e l’uomo che lo guida. L'elefante e' il loro sostetamento e sanno che devono trattarlo bene, come l'auto per un taxista. Infatti anche il prezzo dell'elefante e' quasi come quello di un auto sui USD 10,000 pero' hanno una durata di vita decisamente maggiore se appunto non lo sfrutti troppo.

Partiamo presto la mattina e ci portano con la macchina al punto di partenza per il trekking, uno spiazzo con un paio di capanne di paglia dal quale esce fumo e galline. Le persone che gestiscono gli elefanti appartengono a una minoranza di quella zona, parlano la loro lingua (differente dal khmer). Arrivati sul posto nessun elefante in vista, ma poi sbucano dalla giungla, momento emozionante vedendo questi giganti buoni.

Possono stare 2 persone più guida per elefante. Ce ne aspettavamo quindi 3 di elefanti, invece erano 4, perché 2 sono inseparabili. Partiamo quindi per la giungla con destinazione una piccola cascata, che dovremmo raggiungere per l’ora di pranzo.
Scopriamo ben presto che gli elefanti hanno sempre fame e durante il tragitto, la proboscide è sempre alla ricerca di qualche pianta buona. Se poi trovano delle piante di bambù, tutto si ferma per gustarsi l’ottima foglia. Non conoscono barriere, se un albero intralcia la strada, l’elefante dolcemente spinge l’ostacolo da parte. Arrivati al fiume, portano gli elefanti a riposare, noi intanto facciamo il bagno e poi pranzo.

Le nostre guide sfruttano il momento per lavarsi e riposarsi anche loro.

Prima di partire, portano gli elefanti al fiume e gli fanno il bagnetto, cosa che credo hanno apprezzato molto.

Il ritorno è stato un po’ più lungo, penso che gli elefanti non avevano più tanto voglia e stavano ancora pensando al bagno nel fiume.
Felici della giornata ci godiamo la serata al Natural lodge.
Il prossimo giorno lo dedichiamo al riposo e alla visita del villaggio. Lasciamo parlare le immagini.






E’ il nostro ultimo giorno a Sen Monorom e abbiamo prenotato un trekking nella giungla. Anche questa volta si parte presto con la macchina, per raggiungere la nostra guida in un piccolo villaggio. Partiamo subito e ci incamminiamo lungo un sentiero. Il tempo non era dalle nostre parti e ben presto comincia a piovere. Per fortuna troviamo subito una piccola baracca per ripararci dalla breve pioggia.

Anche questa volta il nostro obbiettivo era una cascata per fare il bagno, ma visto la pioggia era un po’ pericoloso. Il sentiero si fa sempre più fitto e ripido, ogni tanto si scivola, ogni tanto si mettono i piedi nell’acqua e le sanguisughe non mancano. Diciamo che la guida ci ha avvertito quando la prima era sul suo dittone… In queste situazioni non ci resta che continuare. Per pranzo ci fermiamo in una casettina di un contadino. Luca scopre per terra una sanguisuga, un po’ cicciottella e deduciamo che ha fatto il pieno da qualcuno da noi.

Infatti ero io il donatore. Ripartiamo e scopro che ho donato una seconda volta…Sulla strada del ritorno ci fermiamo per gustarci una canna da zucchero fresca, che la guida ci ha preparato.

Prossima tappa è dalla nonne della guida, una vecchia signora che ogni giorni fa ancora avanti e indietro dai campi che hanno nella giungla.

Ritorniamo al punto di partenza, nel villaggio della guida, dove ci aspetta la macchina del Natural lodge. Non vedevamo l’ora di una bella doccia e vestiti puliti.

Luca ha poi scoperto che anche lui ha donato sangue, anche lui due volte!

Tutto sommato è stata una bella escursione, malgrado pioggia e sanguisughe.Il giorno seguente si ritorna Phnom Penh, di nuovo sette ore di viaggio con il nostro amato autista e la sua Camry.