domenica 31 agosto 2008

Crazy moto

Che la moto era il mezzo più diffuso per spostarsi in Cambogia si era già capito. Che lo usano per trasportare di tutto anche. Spesso quando andiamo al lavoro vediamo di quelle cose e non abbiamo mai con noi la macchina fotografica. Questo weekend abbiamo girato la città per immortalare alcune delle mille maniere come i cambogiani usano il motorino. Siamo stati dei veri paparazzi...

Cominciamo dalla famigliola felice della domenica. Apparentemente niente di particolare...


... ma dietro il papà si nasconde il resto della famiglia


Altra famigliola e sembra che l'aria fresca concilia il sonno

Per fortuna mamma ha il casco...


e qui mamma tiene bambini e la merce per il negozio di papà

E questo non é un motorino ambulanza, ma semplicemente la famiglia che si sposta. Mica lasciano a casa il bambino da solo con la flebo

A prima vista niente di particolare. Ma avete visto i vestiti? Un pigiama! Tante donne girano così, sembra che é in uso come da il training.

A parte lo shopping, le signore si proteggono dalla polvere con le maschere e dal sole (per non abbronzarsi) con i guanti lunghi.

Il trasporto pacchi l'avevamo già pubblicato, ma é troppo bello.

Trasporto di biciclette per bambini

...e questo quelle per adulti. Il tipo ha il compito di farcene stare più possibile. Come? Saltando per schiacciarle un po'...


Classico trasporto di verdura o frutta. Dobbiamo ancora catturare il trasporto di uova, é una vera chicca.

Quell'ammasso di piume sono oche vive!


Passiamo alle moto con rimorchio. Fuori in provincia é molto diffuso questo tipo di mezzo, una specie di bus all'aperto.


Questo é un classico trasporto di materiale. Il benzinaio non sta ricorrendo il tipo perché non ha pagato, ma gli stando dando una mano a fermare il veicolo...


Ne arriveranno altre, é troppo divertente! Promesso!



sabato 30 agosto 2008

..rien phisaa Khmae (studiano il Khmer)

Da un paio di mesi abbiamo iniziato a prendere lezioni di Khmer (la lingua cambogiana). Non è necessario, nel nostro ufficio si parla solo inglese e bene o male anche nei mercati ci si fa capire, ma volevamo provare a comunicare, poter avere piu contatti con la gente del posto.

Facciamo lezione in una scuola vicino a casa nostra, per 3 volte alla settimana, dalle 7 alle 8 di mattina. Quindi potete immaginare il mio stato! La nostra “aula” si trovava nel sotto tetto all’aperto e il nostro insegnante un ragazzino che parla a mala pena inglese.

Siccome non eravamo intenzionati ad imparare a scrivere vista la complessità dell’alfabeto tipo sanscrito abbiamo trovato questa scuola che aveva creato apposta un libro per imparare a parlarlo. Infatti hanno sviluppato un alfabeto fonetico per aiutarci a pronunciare i suoni, cosa molto difficile visto che il khmer ha piu di 20 vocali (vorrei solo sottolineare il fatto che noi ne abbiamo solo 5!). Praticamente hanno la “a” secca o la “aaaaa” lunga, uguale per la “e” e la “o”. Poi ci sono le “ae” che sono un po “a” con un accenno di “e” alla fine. E cosi via che alla fine diventano 20.

Infatti ho letto che è una lingua tonale, in cui la variazione di tono di una stesa sillaba ne determina il significato. Uguale al cinese mandarino. Vi giuro che la differenza di tono sono impossibili da sentire e da pronunciare. Esempio: Ankor è il nome del famoso tempio, Ankor Wat, se pronunciato più aperto, significa ONG (organizzazione non governativa), con un tono un po’ piu basso, significa riso cotto.

Comandare un caffè può diventare un vero incubo. Per esempio se vuoi lo zucchero, devi chiedere dello “skaa”, ma se viene detto leggermente diverso con un accenno di o, diventa battere il tamburo. Invece se vuoi il latte dovresti dire una parola impronunciabile la quale significa “acqua che viene dalle mammelle della mucca”. Logico no? Per fortuna bevo solo caffe liscio.
Non solo le parole sono quasi uguali ma a volte le stesse a dipendenza della posizione che occupano nella frase cambiano di significato. Non è l’unica lingua, ma qui si parla di estremi, si passa da un verbo ad un nome o ad una preposizione. Faccio un esempio, nɨw, che si pronuncia tipo “neu”, significa vivere ma puo anche significare “a” (at in inglese).

Ma passiamo alla grammatica, da una parte sembra facile perché non esistono articoli e coniugazioni, quindi si parla tipo cosi: io andare casa. Ma il resto è un casino, nel senso che non abbiamo ancora capito bene se esistono regole grammaticali, anche perché il libro che il maestro non sono un granché. Ogni tanto i verbi sono all’inizio ed ogni tanto alla fine.

Esempio di costruzione grammaticale:
Look niw kroŋ phnum-piñ baan ponmaan cnam haǝy? (ho copiato le parole dal libro con il loro alfabeto fonetico)

Tradotto letteralmente:
Signore vivere citta Phnom Penh anni quanti?

La parola ponmaan se usata da sola significa “così” se ci aggiungete “haǝy” alla fine significa da quanto, se ci aggiungi thlay all’inizio significa quanto costa?

Quindi stiamo cercando di memorizzare le frasi intere sperando che le risposte che ti danno al mercato siano le medesime di quelle scritte sul libro. Cosa che chiaramente non succede mai! Una volta al mercato russo ho voluto fare la gradassa e azzardare le prime frasi imparate chiedendo quanto costavano le tazzine del caffe. La tipa mi ha dato il prezzo e questo l’ho capito ma poi è andata avanti a parlare non capendoci un h e ho dovuto chiedere di ripetere in inglese.

Un’altra simpatica particolarità. Qui si chiama le persone fratelli o sorelle anche gli sconosciuti (quasi come da noi Ziuu) differenziando però, molto importante, se è più vecchio o piu giovane. In poche parole se incontri una ragazza piu giovane di te ti senti apostrofare: “Vecchia sorella, …. “. Non è bello! Le cose si complicano con le parentele, baan-cii-doun-muǝy-proh significa il più vecchio maschio del primo cugino. AAAAhhh ma io non riesco nemmeno a ricordare la differenza tra cognato, nuora, ecc. (suocera pero’ me lo ricordo bene). Ma poi come fai a saperlo se è piu giovane o no?

Quindi devo purtroppo affermare che dopo due mesi il risultato è molto deludente, ammetto che l’applicazione degli studenti non è stata eccezionale. Così al momento ci siamo presti una pausa riflessiva, magari riprendiamo con un nuovo maestro, chissà se ci andrà meglio.

domenica 17 agosto 2008

Il matrimonio di Anna & Drew

Il 2 agosto mia cugina Anna si è sposata con Drew. Non ricordo di aver mai pianto cosi tanto ad un matrimonio.

E' stato celebrato nel giardino di un albergo 5 stelle di Phonom Penh.

Sembrava di essere in un film americano....guardate un po che roba. Cerimonia all'aperto sotto un enorme pianta ai bordi della piscina.


Queste sono le ragazze dei fiori....hanno svilato davanti agli sposi buttando petali di fiori sul tappeto rosso....


Le damigelle d'onore....Naomi



e Deborah (le sorelle)

L'orchestra....

ta tatataaa ta tatataaa.....ecco la sposa con il padre



e il SI


Questi siamo noi....
Non poteva mancare la statua di ghiccio...



Il lancio del bouquet


Deborah e Nick
Il taglio della torta...

beccata!

sabato 9 agosto 2008

Lo shopping al maschile

Ma avete visto che bello il mio maritino, come era vestito bene....
Eh si, di solito sono le donne difficili per i vestiti, ma questa vola io il vestito l'avevo trovato a Kuala Lumpur in 10 minuti di shopping, mentre per il Joerg e' stato piu complicato per via delle misure. Chiaramente tutto all'ultimo momento 2 settimane prima del matrimonio andiamo alla ricerca dei sarti consigliati. Al secondo tentavo troviamo un sarto con una buona scelta di stoffe, lane, cashmir italiani sembra. La scelta del colore non e' stata evidente. Siccome il matrimonio si teneva all'aperto, gli sposi dicevano che ci si poteva vestire casual, quindi il Joerg che gia sudava a guardare la stoffa dice al sarto di fare solo i pantaloni. Si fa prendere le misure e andiamo alla ricerca della camicia, perche' quel sarto non le faceva. Per la camicia la scelta e' stata piu veloce, stoffa bianca, senza i bottoni per il collo. La camicia doveva essere pronta in 3 giorni, quindi il mercoledi siamo tornati e la camicia era fatta ma era sporca di olio delle macchina da cucire, quindi l'abbiamo lasciata li a pulire. Ritorniamo il giorno dopo o due giorni dopo non ricordo e non l'avevano nemmeno toccata. Il sabato, una settimana prima del matrimonio andiamo a ritirare pantaloni e anche se erano evidentemente un po larghi sulle gambe (non sulla pancia) li prendiamo ugualmente. Riproviamo con la camicia e questa volta e' pulita, la prova e ci rendiamo conto che il collo aveva i bottoni, fa niente se non fosse che i bottoni si trovavano un centimetro piu sotto dagli occhielli. Quindi abbiamo dovuto lasciara li di nuovo. La domenica con Luca invece andiamo alla ricerca delle scarpe e dei vestiti per lui. Le scarpe che trovi nei negozi, sempre se hanno le misure, hanno tutte il tacco alto e la punta bassissima, non so come fanno a starci le dita. Infatti credo che i cambogiani le prendono le scarpe di qualche misura piu grande dei loro piedi. Non c'era altro da fare che farle fare, scelto il modello (tutte imitazioni di quelle di marca), ti mettono il piede su un quaderno e ti fanno il contorno del piede.
Tappa numero due, il mercato per cercare qualcosa per il Luca. Ci stiamo stati forse 2 ore, e vi dico che e' un'impresa rimanere cosi tanto in un mercato. Luca ha trovato pantaloni e camicia. La scelta della camicia e' stata una impresa, perche' continuavano a fargli provare la stessa camicia piu volte malgrado era piccola ed era bucata sul fianco. Gli dicevi no e' piccola e rovinata, cosi gliene davano un'altra ma ancora piccola, quella dopo era la prima piccola e con il buco...quindi le stesse camicie sono state provate piu volte fino a che finalmente sono riusciti a tirarne fuori una grande. Il Joerg compera una cintura, una cravatta di seta per 1dollaro e una camicia di scorta nel caso il sarto non fa a tempo a sistemarla
Quattro giorni prima del matrimonio, ritorniamo dal sarto per far stringere i pantaloni e il Joerg si decide di farsi fare anche la giacca, e il sarto gli garantisce che per venerdi sarebbe stata pronta.
Arriva il venerdi e dopo il lavoro iniziamo il giro, primo le scarpe, piccola aggiustatina, staccare il sottopiede e allargare la punta, per il resto sembrano comode. Ritiriamo giacca, pantaloni e...finalmente la camicia. Ah ma un attimo non abbiamo tutto, le calze, ci mancano le calze. Ma cosa vuoi che sia un paio di calze ho pensato e invece no. Erano gia le cinque quini i mercati erano chiusi, ci rimaneva l'unico shopping center di Phnom Penh, se cosi si puo chiamare, diciamo che e' un mercato leggermente piu moderno, ma le cose che vendono sono molto simili. Le calze non sono facili da trovare, forse perche' la maggior parte dei cambogiani gira con le flip flop. Il primo tentavo non andava bene perche' i maschietti dicevano che erano calde ma finalmente al secondo le trovano come vogliono.
Sara' dura per gli uomini seguire le donne a fare shopping ma anche il contrario non scherza....ci sono dovute ore per vestire il Joerg ma il risultato e' stato soddisfacente.
Il Joerg e' stato un bravissimo MC. Non me lo immaginavo proprio con un microfono in mano a parlare poi. Invece e' stato all'altezza, con la sua calma ha tenuto la situazione sotto controllo e con poce parole e tanti sorrisi ha ricevuto i complimenti dai genitori dello sposo.

Il pesce depresso

Da qualche tempo abbiamo nel nostro acquario un pesce depresso , probabilmente perché si sente solo. Ci sono rimasti 5 pesciolini, 3 rossi e 2 triangoli. Tra i pesci rossi, due girano sempre insieme e il terzo, il più piccolino, rimane sempre solo. Lo troviamo spesso dentro il vasetto oppure dietro il filtro a fissare il vuoto:
L'altra sera c'era Laura a casa nostro e lei lavora nel campo sociale (elabora i programmi sociali per Hagar). E' rimasata un bel po' a parlare con il nostro pesciolino depresso... Per ora non abbiamo notato nessun migloramento :-(

venerdì 8 agosto 2008

Master of ceremonies

Finche non me l'hanno chiesto di farlo, non sapevo cos'era... Tradotto in italiano vorebbe dire il cerimoniere, ma non credo che abbia lo stesso significato. Ma lasciatemi spiegare meglio. La figlia dello zio, Anna, si é sposata sabato 2 agosto qui a Phnom Penh. E visto che lei vive a Miami, come pure il suo neo marito, il matrimonio non poteva essere che all'americana (non nel senso cattivo). Ci sono delle tradizioni e ruoli da rispettare, uno di questi é il Master of ceromonies (in breve MC, nel parlato "emsii"). Il suo compito principale é di condurre il matrimonio secondo la tabella di marcia stabilita prima (con gli sposi) e rassicurare che tutto funzioni alla perfezione. Quindi controllare che ci sono sedie per tutti, che i fiori sono a posto, che tutti hanno un programma, che gli invitati si trovino al posto giusto al momento giusto, ecc. Niente di particolare se tutto é già stato stabilito prima e ti trovi in un albergo a 5 stelle, con tanto di camerieri, maitres, ecc. Ma la cosa che mi dava più preocupazione, era che l'MC deve annunciare al microfono ogni evento durante il matrimonio, tipo: "Signore e signore, vi prego di alzarvi in piedi e dare il benventuo alla sposa" e questo in inglese!!!

Ma mi ci vedete a me con un microfono a paralre in inglese? Beh, l'ho fato e l'ho sopravissuto. Ogni qualvolta che succedeva qualcosa io dovevo annunciarlo al microfono. Il papà voleva fare il discorso? L'MC l'annunciava. C'era il taglio della torta? L'MC l'annunciava.

venerdì 1 agosto 2008

1° agosto

Finalmente abbiamo l'occasione di tirare fuori la nostra maglietta rossa con la croce bianca, senza dover temere di essere confusi per samaritani o simile. In più un noto albergo di Phnom Penh é stato cosi gentile di offrire un bella torta al consolato svizzero. Guarda caso i nostri uffici si trovano proprio sopra i loro e oggi il console era un po' stressato, in quanto domani si sposa sua figlia e nel suo frigo non c'era più posto. Abbiamo spontaneamente offerto asilo politico alla torta nel nostro frigo...

(il testo sulla torta: Happy fundation of Swiss Confederation)

A scuola di Khmer

La lezione si tiene nel sottotetto della scuola dalle 7 alle 8 di mattina. Avete capito giusto, mattina! Diciamo che le lezioni non sono molto produttive, il mio cervello per quell'ora deve ancora collegarsi.




Dopo la lezione, nel tuk tuk verso l'ufficio