giovedì 22 maggio 2008

In giro in macchina

Dopo un mese di attesa mi è arrivata finalmente la patente cambogiana. Niente di spettacolare, è una tessera come la nostra, con le stesse categorie ed informazioni, costo 25 dollari per 6 mesi. La macchina l’abbiamo a disposizione dall’organizzazione, qualcuno che aveva lavorato qua l’ha regalata prima di partire. Ho potuto studiare il traffico qua a Phnom Penh per un mese e capire come bisogna comportarsi. Le regole sono molto semplice:

  • Più grande è l’auto che hai, più potere hai. Gli altri si spostano.
  • I motorini sono tanti, ma si spostano tutti davanti a una macchina. Quindi non avere paura quando esci da un strada secondaria, i motorini si fermano per lasciarti uscire
  • Suonare il claxon significa: attenzione arrivo io, spostati . E’ usato particolarmente agli incroci per avvertire che non ci si ferma
  • Agli incroci senza semafori, fermati o rallenta. C’è sempre qualche motorino che viene sparato
  • Non andare più veloce di 40 km/h
  • Nelle strade con due corsie, le macchine stanno sulla sinistra, tutto il resto a destra
  • Attenzione ai sensi unici, non sono marcati, ma lo capisci quando ti ferma un polino e ti chiede 10 dollari
  • Mai dare la patente in mano a un poliziotto, se la potrebbe tenere
  • In caso di incidente, chiama l’assicurazione. Parlano loro con la polizia per vedere chi ha ragione
  • Quando parcheggi in strada, lascia fuori la marcia. Te la spostano se hanno bisogno quel spazio

Quindi il venerdì sera dopo il lavoro ho preso la macchina per il weekend. Avevamo giusto bisogno di andare in diversi posti per comperare alcune cosine. E’ andato tutto bene a parte 2 multe per senso unico :-(

domenica 18 maggio 2008

Kuala Lumpur

Dopo un mese di vita cambogiana ci prendiamo una piccola pausa di 5 giorni per visitare Kuala Lumpur, la capitale della Malesia, invitati a stare da Karen.

Il volo dura solo 1h 50min e dall’alto si puo’ gia’ notare la differenza di vegetazione tra la Cambogia e la zona intorno a Kuala Lumpur. Il terreno e’ collinoso e molto verde, e sembra che qualcuno abbia pettinato le piante. Sono invece piantagioni di palme tutte in riga perfetta, usano il frutto per ricavare l’olio. L’aeroporto si trova vicino alla famosa pista di F1 e ad un’ora di bus dalla stazione centrale di KL. Che belle immagini scorrevano nel finestrino del bus...autostrade, macchine in ordine, semafori e..per un attimo ho avuto paura che nemmeno qui rispettano le regole del traffico quando ho visto sorpassarci una macchina da destra. Poi ho realizzato...qui si guida dall’altra parte, come gli inglesi. Ancora piu goduriosa dalla macchina di Karen ho visto I grattacieli, I palazzi, case in ordine, giardini, tanti giardini e piante tropicali, fiori, marciapiedi e nessun rifiuto in giro. Mi sembra di essere Michel J.Fox con la macchina del tempo, dal presente del Ticino al passato di Phnom Penh e al futuro di Kuala Lumpur.

Siamo ospitati da Karen e sua madre in un’umile casetta con l’arredamento in stile cinese. Ci accoglie la madre, una esile ma arzilla e simpatica nonnetta. In cucina facciamo la conoscenza di un pesce particolare, non cucinato ma vivo e vegeto nell’acquario. E’ un grande pesce lungo ca. 40 cm, grigio, di almeno 11 anni, che guando si apre il frigorifero come una saetta spalanca forte la bocca scuotendosi tutto. Fa effetto a guardarlo! Non sto scherzando, ed e’ pure vegetariano, mangia carote e mele spezzettate! Da non credere.

Vi presento Mr. Fish


La citta’ di KL come dicevo e’ molto moderna, ed e’ soprattutto fornitissima di immensi spazi commerciali, nei quali puoi trovare qualsiasi negozio di tutte le marche del mondo. Considerato I prezzi piu bassi ne abbiamo subito approfittato per fare un po’ di shopping. Ad essere sincera, il mio e’ stato un shopping compulsivo ed assatanato, volevo comperare I negozzi intenteri. Sembravo impazzita, il joerg non mi riconosceva piu’, di solito in Svizzera resito un’ora nei centri commerciali ed esco frustrata perche’ non trovo mai niente che mi piace o se lo trovo costa l’impossibile. Sara’ dovuto forse al fatto che le magliette con la minni e topolino e I brillini che si trovano a phnom Penh non mi stanno molto bene!!! Per gli amanti dell’informatica c’e’ un centro grande come il fox town solo per computer, accessori, telefoni, macchine fotografiche, televisori, ecc

Ma ecco la costruzione piu’ spettacolare, le famose Petronas Twin Towers di giorno


E di notte...


L’antenna delle trasmissioni, la quarta più alta del mondo


(Ops e mancata la corrente, sto scrivendo a lume di pila...)

KL e’ una citta cosmopolita, nel quale convivono pacificamente le diverse etnie, cinesi, indiani e medio orientali ognuno con la propria religione. Infatti trovi templi, moschee e chiese. E’ divertente osservare I cartelloni pubblicitari, a dipendenza della parte della citta in cui ti trovi l’aspetto soprattutto delle donne cambia (con capo coperto, o vestiti molto colorati lunghi, o occhi a mandorla)

Vi lascio guardare un po’ di foto panoramiche della citta.




Come la cucina e’ molto variata....alcuni esempi:Colazione indiana, con curry e chili, ripeto era a colazione (per essere in tema ho fatto un po’ di respirazione yoga per riuscire a mangiare! Di solito non mangio nemmeno salato per colazione figuriamoci il piccante aaaah)



Dessert malaysiano, gelato con una gelatina verde indefinibile, mais e fagioli!


Con Karen e la madre chiaramente abbiamo mangiato cinese dalla mattina alla sera, ma nell’unico giorno soli ci siamo sfogati e siamo andati in una steak house a mangiare un bel filetto di manzo australiano. Ah che bonta’, sembrava burro, masticavo adagio adagio per gustarmelo meglio. Non ricordavo quanto fosse buono. Per la cronaca una fetta di manzo a Phnom Penh e’ piu’ dura di una suola delle scarpe.

Il grigio nel verde! Non ci sono solo palazzi a Kuala Lumpur, all’interno della citta’ hanno lasciato una foresta nel quale si trova un grande zoo di uccelli e parchi botanici.

Vi metto solo qualche foto delle migliaia fatte ai fiori che gentilmente il Jörg mi ha fatto molto spontaneamente :-)




L’ibiscus e’ il simbolo nazionale ma non mancano le orchidee...



E ancora natura in un parco naturale, dovevamo vedere le cicogne ma abbiamo visto solo I fenicotteri rosa



E altri strani uccelli


Piante tropicale




Vi presento ora, la citta’ fantasma! E’ una citta’ costuita unicamente per uffici amministrativi dello stato. E che edifici....gli architetti si sono divertiti e arricchiti!




La chiamo citta’ fantasma perche’ era silenziosa e vuota, rare macchine e nessun pedone, stavano tutti lavorando credo. Sembra da vedere un modellino ingrandito.
Ma ora arriva la parte piu divertente di tutta la vacanza...cosi’ il Jörg non l’avete mai visto..


Tranquilli non e’ entrato in una setta di capuccini gay!
Volete sapere perche’ e conciato cosi’? Volevamo visitare la moschea ma siccome io ero praticamente “svestita” per loro mi hanno messo quel coso rosa

Si lo so sembro una pazza. Il massimo e’ stato quando hanno visto che il Jörg portava I pantaloncini corti e quindi gli hanno detto di indossare anche lui quella specie di tunica rosa....ma eheheh il risultato non era quello che speravano, il Jörg ha le gambe lunghe!!! Alla fine non era permesso entrare proprio nella moscea ai turisti, quelli in rosa o non, potevamo solo girarci intorno. Sto rindendo ancora adesso, mentre scrivo, a vedere il Jörg, l’unico uomo conciato in quel modo. Sembrava un fenicottero rosa!


Visita al centro culturale di Kuala Lumpur costruito all’interno di un vecchia stazione, nel parco del centro si trova un giardino giapponese dove allevano le famose carpe giapponesi (Koi)

Ho salutato il Koi del primo ministro che ormai vive li perche’ e’ diventato troppo grossa. Sono grossissimi, e di diversi colori: gialli e neri, arancioni neri e bianche, o bianchi e nere.

Karen ci voleva fare una foto non in posa, spontanea e questo e’ il risultato :-)

Dopo aver visto il Jörg nella tenuta rosa, volete ancora ridere? Che segno zodiacale cinese e’ il Jörg?


Il maiale ihihih

Invece io la possente tigre grrrrr

Povero il mio maialino rosa!

lunedì 5 maggio 2008

Il lavoro




L’ufficio si trova vicino a casa, impieghiamo 10 minuti con il tuk tuk o 30 minuti se vogliamo a piedi (l’abbiamo fatto una volta e non penso lo ripetiamo). Lo stabile è stretto e alto con ripidissime scale in mezzo a scalini profondi solo per un piede cambogiano. Al pianterreno si trova l’ufficio del consolato dove ti accoglie Mr. Chan il segretario, un cambogiano che a quanto sembra non ha avuto una vita facile nel periodo di Pol Pot.




Il team è molto giovane ed è composto chiaramente dallo Zio, il direttore dell’Hagar International, Fulvio un italiano che si occupa dello sviluppo dei business nei vari stati, Karen dalla Malaysia che si occupa di marketing e comunicazione con i donatori,
Laura un'americana responsabile dello studio e lo sviluppo dei programmi sociali,
aiutata da una stagista tedesca (Leila),
la Gio che è la responsabile finanziaria del gruppo e io responsabile di dell’informatica. Dimenticavo la segretaria Raksa, cambogiana di filo cinese. (Quello a destra è Mister Chang)

Abbiamo cominciato subito, anche perché la settimana dopo era già festa (capodanno cambogiano) e quindi era meglio iniziare a conoscere il lavoro per poi avere qualche giorno per ambientarci (acclimatarci). Come ogni nuovo lavoro, l’inizio non è facile. Non sai bene cosa fare, dove trovare le cose, come comportarti e cosa esattamente viene preteso. In più ci troviamo in un altro tipo di realtà, quello delle NGO in un paese asiatico povero. Da una parte ci sono tutti gli aspetti come una NGO lavora, che sono diversi da un’impresa privata come la conosciamo noi. Dall’altra parte ci sono i cambogiani che vedono la vita e il lavoro un po’ diversamente dal nostro modo industrializzato. Bisogna dirli esattamente come fare, non dare nulla per scontato e non pretendere che le facciano subito.

E’ interessante essere così coinvolti in prima persona nello sviluppo di questi progetti per l’aiuto alle persone meno fortunate di noi. Inoltre essendo un piccolo team si viene a conoscere tutti gli aspetti e le problematiche legate ai progetti. L’obiettivo di quest’anno è di aprire delle attività sociali, quindi di aiuto, supporto alle donne oppure di business che potrebbero essere delle società di catering, alla fabbrica ti tappeti, ecc. in Afghanistan, Vietnam, Laos, India e forse Nepal. Vengono impiegati diversi mesi di studio e ricerca,da parte del team e dei specialisti sul posto. La difficoltà maggiore non è solo trovare i finanziamenti ma c’è da considerare le varie situazioni politiche, culturali e religiose. L’Afghanistan inizierà il primo maggio.

Il Dennis

The shop é un piccolo ristorante molto frequentato dagli espatriati. Effetivamente il cibo é molto buono e fanno del ottimo pane. La prima volta che sono stato li ho notato un tipo biondo che stavao mangiando il suo panino. Tra di me mi sono detto che ha tutta l'aria di essere un tedesco ed é finita li il mio pensiero.

La settimana dopo sono passato di nuovo li e anche lui c'era. Stava mangiando lo stesso panino dell'altra volta. Mi sa che questo tipo lo vedrò ancora spesso, sono quei personaggi che ovunque vai te lo ritrovi.

Quando abbiamo deciso di andare a Udong, ho cercato un po' in Internet informazioni sul posto e come arrivarci. Sono capito su un Blog di un certo Dennis (http://dennisinkambodscha.blogspot.com/), che ci era già stato in marzo da solo con il tuk tuk e navigando un po' sul suo sito ho trovato altre informazioni utili . Il link l'ho passato alla collega tedesca per vedere se lo conosceva. Non l'aveva mai visto, ma ha gradito le info e le foto che c'erano sul Blog di Dennis.

Quando una sera siamo usciti al Elsewhere, eravamo seduti per terra sul bordo della piscina e vicino alla collega tedesca c'era un tipo biondo, quello che avevo già visto due volte al The Shop. Le dico di chiedergli se era Dennis e lei senza problemi lo fa.

E indovina, era lui! Il mondo é proprio piccolo!

domenica 4 maggio 2008

Udong

Questa domenica abbiamo esplorato insieme a Leila (la ragazza tedesca) la periferia di Phnom Penh e siamo andati a Udong, città che tra il 1618 e il 1866 era la capitale della Cambogia. Il nostro mezzo di trasporto era un tuk tuk, con il driver che ci porta anche al lavoro.



Siamo partiti alle otto e la prima tappa era un posto chiamato The shop, un ristorante molto conosciuto qui. Qui ci siamo goduti la colazione con del ottimo pane e marmellata. Udong dista 40 km dalla città e il nostro tuk tuk ci ha messo ca 1 ora per arrivarci. Il viaggio non era noioso, c’era sempre qualcosa da guardare. Gente che trasporta l’impossibile su ogni mezzo, pagode, villaggi, la campagna, bambini che ti salutano e altro.








La città in se non è interessante da visitare, ma ci sono due colline (Phnom Udong) con una bella vista sulla campagna circostante.




Appena arrivati, dei bambini sono corsi verso di noi cominciando a parlarci in inglese. Il nostro driver ci ha spiegato che ci accompagnavano sulla collina dandoci spiegazioni del posto e alla fine eravamo liberi di dare dei soldi. L’ultima parte non ci è piaciuta molto, anche per ché i bambini vengono spesso sfruttati da adulti e mandati dai turisti a chiedere soldi in qualche maniera e poi non è educativo per loro. Ci hanno accompagnato per la salita e sulla cima della collina, ma poi noi gli abbiamo spiegato che non ricevevano niente alla fine. A poco a poco sono spariti. Da una parte erano carini, parlavano bene l’inglese e si impegnavano a spiegare il posto…La salita alla collina era di 400 scalini e Leila tirava mica male, ma arrivati in cima anche lei era spompa.


Da qui lasciamo parlare le foto:

















La discesa è stata più dura, era estremamente caldo (era mezzogiorno) e arrivati giù eravamo di nuovo fiacchi. Ma ne è valsa la pena!
Al ritorno ci siamo fermati in un piccolo villaggio dove lavorano l’argento. La gente era molto accogliente e abbiamo potuto vedere il loro lavoro. E non siamo usciti a mani vuote…




Tornati in città siamo andati a mangiare indiano, un ristorante che era marcato sulla guida. Non era male, ma penso che non ci torneremo…