Mio Zio, Pierre Tami, è partito da oltre 20 con la moglie come missionario in Asia. Ha vissuto in vari paesi, Giappone, Cina, Isole Tonga, per poi arrivare in Cambogia, la nazione più povera dell'asia. Ha fondato una società umanitaria che aiuta i bambini e le donne della strada che si trovano in situazioni difficili, attraverso programmi di sviluppo, formazione e reintegrazione nel lavoro. In cambogia il traffico di bambini per la prostituzione è tutt'ora un problema di difficile soluzione vista anche la grande corruzione che governa il paese.
Il paese ora è tranquillo, la guerra è finita da quasi 10 anni, e i nemici, i khmer rossi, dopo le elezioni si trovano seduti in governo! La mentalità della gente, e la città però portano ancora i segni della guerra, dei massacri, la distruzione delle loro tradizioni, culture religioni e sapere.
La modernità sta arrivando con estrema lentezza, e forse mi chiedo se è un male.
Se volete approfondire i vari progetti vi invito a leggere nel sito dell'associazione ticinese la quale raccoglie i fondi:
http://www.abba-ch.org/ per chi invece speak english questo è il sito dell'organizzazione in Cambogia
http://www.hagarinternational.org/Siccome l'organizzazione in Cambogia è ben avviata, mio Zio ha ben pensato di allargarsi in altri paesi "bisognosi", come il Vietnam, l'India e l'Afghanistan. Per sviluppare dei progetti d'aiuto allo sviluppo qualcuno si deve occupare dell'aspetto sociale, ci vogliono strategie per raccogliere fondi, strategie di business, ecc, e poi serve un apparato amministrativo e di controllo. E qui entriamo in gioco anche noi. Io mi occupo chiaramente dell'aspetto finanziario per i nuovi progetti e il Jörg sistema la parte informatica, basilare per poter lavorare!
Per rispondere alla domanda, ma perché andare in Cambogia. Era ormai da qualche tempo che si voleva cambiare qualcosa nella nostra vita, non è che quello che facevamo non ci piacesse, ma volevamo, finché si poteva, rimescolare un po' le carte, aggiungere un po' di pepe, fare qualcosa i diverso. Mi piaceva l'idea di poter lavorare per un organizzazione umanitaria e l'attività di mio Zio era l'occasione che giusta. Inoltre la sottoscritta, non certo il Jörg più abituato alle migrazioni, non sono mai stata all'estero, lontana da casa, per più di 4 mesi. Voglio provarci! Questa volta però siamo in due, siamo insieme a vivere questa nuova esperienza, e "nella buona e nella cattiva sorte", non è così che si dice :-) ?