martedì 29 aprile 2008

Psar Toul Tom Pong

Che cosa vorrà mai dire? Qua lo chiamano mercato russo e lo abbiamo già accennato qualche post fa. Ora ve lo mostriamo in foto, perché non ha bisogno di tanti parole. Qui si trova di tutto...


Cominciamo dai strüüs

borse e quadri

le bancarelle della verdura

carne (é in fondo alla foto, ma meglio non vederla da vicno...)

e la frutta

fumare si può dapertutto, ma ci sono altri odori più forti...

ancora borse e vestiti

e se i pantaloni appena presi sono troppo lunghi, c'é il reparto sartoria

anche le stoffe non mancano

qui ritornimao nel reparto strüüs e oggetti lavorati in legno (alcuni veri, altri tarrocati)

qui entriamo nel regno del Rico. Si parte da trapani usati, attrezzi di tutti i tipi, singole vite fino ad arrivare a pezzi di ricambio per motorini

di fuori ci sono ancora diversi bancarelle con frutta, verdura e fiori

e questa è la vista dall'alto del mercato

Non l'abbiamo ancora scoperto tutto, é molto grande e ogni volta che ci vado resisto al massimo 30 min. dopo devo uscire, perché fa un caldo dentro li, per mé come una sauna. Ma ne abbiamo di tempo ed é proprio dietro l'angolo.

sabato 26 aprile 2008

Serata tra colleghi con finale a sorpresa!

Primo contatto con una delle meno piacevoli realtà cambogiane....

Questa sera siamo stati invitati a cena da due nostre colleghe che vivono vicino a noi, due vie più in là. Serata piacevole, abbiamo conosciuto un'altra ragazza ingliese che vive qui da 5 anni. Ognuno di noi ha portato una sua specialità da mangiare. Nel frattempo si è messo a piovere, ed ha piovuto veramente forte per forse un'oretta o nemmeno. Verso le 21.30 decidiamo di tornare a casa, scendiamo e troviamo le strade completamente allagate e siccome stava ricominciando a piovere abbiamo deciso di aspettare il taxi che la ragazza aveva già chiamato visto che abitata lontano. Problema, il taxista richiama dopo un po' dicendo che non avrebbe potuto venire a riprenderci presto perché è rimasto bloccato in un ingorgo causato dall'acqua. Amen, ci siamo detti andiamo a piedi ci bagneremo un po' ma cosa vuoi che sia, non abbiamo mica paura dell'acqua noi. Abbiamo pensato che se rimanevamo ai lati della strada, o sul marciapiede, visto che le strade sono fatte un po' come amache, riusciremo ad arrivare a casa. Eh no, invece dopo 10 metri abbiamo già cambiato idea, non c'erano lati meno allagati tutto era completamente sommerso, sembrava di essere a venezia, l'acqua era già alta 50-60 cm. Le jeep grosse che riuscivano a passare sembravano aliscafi e facevano schizzare l'acqua così alto e lontano che non ti lasciavano nemmeno le mutande asciutte. Cosa facciamo? Finalmente da una strada laterale sbuca una moto-taxi e io e il joerg, cercate di immaginare la scena, in tre su un motorino con le gambe aperte come alettoni cerchiamo di trovare il modo di tornare a casa. Piccolo particolare, la nostra casa si trovava proprio oltre il grande lago che si era formato, quindi abbiamo dovuto tentare diverse volte delle vie alternative in modo da girarci intorno e arrivare il più vicino possibile alla porta di casa. Il problema è che quello che prima vedevi depositato quà e là per le strade, rifiuti, resti alimentari, sacchetti, ora le vedi galleggiare come le papere sul lago di locarno.


Quindi ti fa particolarmente schifo sia toglierti le scarpe e camminare a piedi nudi che solo farti bagnare da quell'acqua. Non siamo arrivati proprio sotto casa nostra ma abbastanza vicini. Siamo saliti sul primo marciapiede che sembrava percorribile, ancora con l'idea di bagnarsi il meno possibile, ma la speranza è durata poco...dopo qualche secondo il riflusso dell'acqua, come le onde sulla spiaggia ci hanno completamente inondato e bagnato fino ai ginocchi. Ore 22.30 siamo salvi all'asciutto.

Questa prima esperienza è stata divertente, tutto questo casino per un'ora di pioggia. Mi chiedo come faremo a muoverci quando arriverà il mese prossimo il periodo delle piogge....aiuto. Stiamo pensando di noleggiare una barca!

mercoledì 23 aprile 2008

La città

(clicca per ingrandire)

Phnom Penh non è una città molto grande , ca. 2'000'000 di abitanti, molti dei quali vivono ancora in semi-bidonville. Non esiste un vero e proprio centro, una piazza, (con una chiesa magari) come sono costruite la maggior parte delle città europee. Le strade sembrano tutte uguali, inizialmente, poi scopri in mezzo a case costruite con materiali che sembrano di scarto, rappezzate con lamiere, delle villette in stile coloniale francese . Non tutte le strade sono ancora asfaltate eppure si vedono i cantieri dei primi grattacieli. I moderni palazzi e le ville coloniali appartartengono ai cinesi o ai ministri del governo.

Ho capito che, ciò che mi ha affascinato di questa città già dalla prima volta, l’anno scorso, è la vita e la popolazione stessa. E’ divertente osservare i loro movimenti, quello che riescono a vendere ed a riciclare. E’ una città viva, è come vedere un formicaio con tutte le formiche affaccendate, a portare una enorme (per loro) briciola di pane. Così vedo i cittadini, trasportare qualsiasi cosa, dalla famiglia, ai polli, ai materassi, ai raccolti, ecc, sulle loro motorette. Ops, mi dispiace di aver magari rovinato l’immagine romantica dell’Asia, ma le biciclette non si usano più! Poi ci sono i tuk tuk praticamente i taxi della città, un carretto con delle banchine per 4 persone, trainato da una motocicletta.
Ci sono anche le moto taxi ma sono decisamente più pericolose. Infatti qui il traffico è deleterio, sembra che non esiste città più disastrata da questo punto di vista. Come dice mio zio, imparano a leggere e scrivere una lingua così difficile e poi non riescono ad imparare le regole base della circolazione! Non esiste un senso di marcia, se ti immetti su una strada anche principale da una laterale puoi praticamente svoltare andando in contromano per poi spostarti sulla tua carreggiata strombazzando. Certo, il clacson è diventato uno strumento musicale ! Si suona per avvisare che stai arrivando in contromano, oppure suoni per avvisare chi potrebbe venire in contromano. Credo inoltre che molti cambogiani siano daltonici, poverini, perché non distinguono bene il rosso dal verde. La regola della circolazione più seguita è quella del più forte, cioè prima passa la macchina grossa (Lexus), poi le moto e alla fine i pedoni. Infatti di pedoni ne vedi pochi come poche sono le strisce pedonali e i marciapiedi. Altri mezzi di trasporto non esistono, no tram, no bus e no auto taxi.

lunedì 21 aprile 2008

Il nostro appartamento

Eccovi la nostra casa…



Ehm…e va bene ci stiamo lavorando per farcela prestare per il week-end.


Qui al 3. Piano si trova il nostro appartamento.

Dopo ca 1 settimana dal nostro arrivo in Cambogia e dalla gentile ospitalità di Pierre e Simonetta (gli zii della Gio) ci siamo trasferiti nel nostro appartamentino in città. Si trova da parte al mercato russo (Phsar Toul Tom pong per i locali, un posto che descriveremo ben presto) nella strada 444 al numero 2. Lo zio dice che i cinesi non ci verranno mai a trovare, a quanto pare il numero quattro rappresenta il diavolo o qualcosa di simile. Per noi è facile da ricordare… L’entrata dalla strada è chiusa con un cancello e c’è sempre un securino che ci apre e chiude. All’interno c’è il parcheggio delle macchine e in un angolo una tele con sempre un paio di cambogiani. Sorridono sempre tutti e non spiaccicano una parola d’inglese, a parte il proprietario della casa. Al momento ci limitiamo a salutare… Dal parcheggio si sale al terzo piano e alla porta con la targhetta AE3 sopra. La porta non ispira a molta sicurezza, infatti basta un calcetto e la apri (ma non dimentichiamoci del securino che c'é di sotto).


Ed ecco le nostro regno:


Appena entrato ci si trova nel gran salon, con un comodissimo e modernissimo divano, due poltrone, un ventilatore e, forse l'oggetto più importante in questi tempi, l'aria condizionata!


Subito attaccata c’è la cucina con fornelli a gas e una lavatrice ad acqua fredda. Purtroppo ci manca il forno e la Gio non può fare le torte di mele e altri dessert :-(


Dalla cucina si prosegue per il primo bagno, la camera degli ospiti e la nostra camera


A noi piace e ci siamo subito trovati bene. Ci riteniamo fortunati che possiamo stare qua, perché al momento qui in città non è facile trovare un appartamento a un prezzo ragionevole, i proprietari (tra cui tanti cinesi) hanno fiutato il business e gli affitti stanno andando alle stelle superando le cifre ticinesi.

Ora dobbiamo solo riempierlo di cianfrusaglie e cosettine … :-)

Un saluto da Phnom Penh!

sabato 12 aprile 2008

Ma perché in Cambogia

Mio Zio, Pierre Tami, è partito da oltre 20 con la moglie come missionario in Asia. Ha vissuto in vari paesi, Giappone, Cina, Isole Tonga, per poi arrivare in Cambogia, la nazione più povera dell'asia. Ha fondato una società umanitaria che aiuta i bambini e le donne della strada che si trovano in situazioni difficili, attraverso programmi di sviluppo, formazione e reintegrazione nel lavoro. In cambogia il traffico di bambini per la prostituzione è tutt'ora un problema di difficile soluzione vista anche la grande corruzione che governa il paese.
Il paese ora è tranquillo, la guerra è finita da quasi 10 anni, e i nemici, i khmer rossi, dopo le elezioni si trovano seduti in governo! La mentalità della gente, e la città però portano ancora i segni della guerra, dei massacri, la distruzione delle loro tradizioni, culture religioni e sapere.
La modernità sta arrivando con estrema lentezza, e forse mi chiedo se è un male.

Se volete approfondire i vari progetti vi invito a leggere nel sito dell'associazione ticinese la quale raccoglie i fondi: http://www.abba-ch.org/ per chi invece speak english questo è il sito dell'organizzazione in Cambogia http://www.hagarinternational.org/

Siccome l'organizzazione in Cambogia è ben avviata, mio Zio ha ben pensato di allargarsi in altri paesi "bisognosi", come il Vietnam, l'India e l'Afghanistan. Per sviluppare dei progetti d'aiuto allo sviluppo qualcuno si deve occupare dell'aspetto sociale, ci vogliono strategie per raccogliere fondi, strategie di business, ecc, e poi serve un apparato amministrativo e di controllo. E qui entriamo in gioco anche noi. Io mi occupo chiaramente dell'aspetto finanziario per i nuovi progetti e il Jörg sistema la parte informatica, basilare per poter lavorare!

Per rispondere alla domanda, ma perché andare in Cambogia. Era ormai da qualche tempo che si voleva cambiare qualcosa nella nostra vita, non è che quello che facevamo non ci piacesse, ma volevamo, finché si poteva, rimescolare un po' le carte, aggiungere un po' di pepe, fare qualcosa i diverso. Mi piaceva l'idea di poter lavorare per un organizzazione umanitaria e l'attività di mio Zio era l'occasione che giusta. Inoltre la sottoscritta, non certo il Jörg più abituato alle migrazioni, non sono mai stata all'estero, lontana da casa, per più di 4 mesi. Voglio provarci! Questa volta però siamo in due, siamo insieme a vivere questa nuova esperienza, e "nella buona e nella cattiva sorte", non è così che si dice :-) ?

Mission to Cambogia

Ma siete pronti?

Domanda facile ma non di facile risposta, perché abbiamo scoperto che fino all'ultimo non lo eravamo. Ma eccoci qua! Finalmente in ASIA. Un nuovo mondo tutto da scoprire per noi!

Ma ritorniamo all'inizio: la partenza. E' da un po' che ci stavamo preparando ma siamo riusciti a stressarci comunque. Fino all'ultimo giorno, abbiamo portato via scatole, comperato due mega valigie e aggiustato la casa. Non è stato facile anche peché sembrava che qualcuno volesse provare le nostre intenzioni a partire, mettendoci i bastoni fra le ruote. La carta di credito del Jörg mangiata dal bancomat, il riscaldamento che non funziona più, la macchina del Jörg che l'avvisa di aver un problema chissà dove, ricevo il giovedì mattina da pagare la tassa sui cani...ma se è 10 anni che non li ho più, e per annullarla devo chiamare Berna, e altre cose di questo genere. Ma alla fine siamo riusciti a risolvere tutto o a posticiparlo all'anno prossimo.

Alle 9.20 di giovedì 3 aprile, la Flavia, il nostro autista per Bellinzona arriva puntualissima. Con un po' il nodo in gola (io) dico ciao ai gatti, alla casa e alle montagne che rivedrò solo fra un anno. Il viaggio con il bus sembrava interminabile, ci hanno fermato in dogana sia quella Svizzera che dopo qualche metro quella italiana, facevano le cose così lentamente che avevo paura di perdere l'aereo. Finalmente arriviamo e dopo aver lasciato le valigie al check-in ci sentiamo già più sollevati. Ho avuto il magone fino all'imbarco poi per magia tutto lo stress e la tristezza rimane a terra all'aeroporto di Milano. La nostra mente si libera ed è pronta per la nuova avventura.

Il volo dura 10.5 ore fino a Bangkok, con la Thai-airways, viaggiamo comodi con tre sedili a disposizione perché il volo è mezzo vuoto. Che si fa durante un volo di 10 ore. Leggere? Nooo. Dormire? Nooo, non c’è spazio per le mie gambe. La Gio ci ha provato, ma anche lei preferisce un bel letto comodo. Che fare allora? Beh, c’è l’Onboardentertainment nel sedile davanti a te. Uno schermo munito di touch screen e telecomando. Ci sono ca una decina di novità del cinema, una ventina di film attuali e qualche classico. Poi c’è tutto il reparto TV con serie, (Lost, casa vianello, …) sport, documentari e altro. Ci metto una mezzoretta per capire cosa c’è e un’altra per scegliere quello che vuoi vedere. Se la voglia di film è bassa, si può sempre fare una partitina a Mario Bros., Tennis, Memory o altri classici della sala giochi. Alla fine del viaggio abbiamo gli occhi quadrati e non siamo riusciti a dormire nemmeno un minuto. Da Bangkok abbiamo volato fino a Phnom Penh dove mio Zio già mi aspettava appena fuori dall'aereo, per poter sbrigare le pratiche del visto. Velocemente ritiriamo i nostri giganti bagagli e usciamo dall'aeroporto per incontrare l'afosa aria di Phnom Penh. Sono le 9.30 di venerdi mattina e ci aspetta ancora una lunga giornata.

Siamo rimasti a casa di mio Zio tutto il giorno giocando a tenerci svegli, impresa non facile, gli occhi si chiudevano da soli. Non abbiamo fatto abbastanza allenamento a carnevale!!