Sono le 10 di sera, e mentre
Joerg stara' ancora provando tutti i 52 tipi di birra in un locale appena aperto, vi voglio raccontare la mia prima serata al cinema a
Phnom Penh.
Si e' vero chiamarlo cinema forse e' un po' troppo ma senz'altro e' quello che a
Phnom Penh assomiglia di
piu' ad un cinema come lo immaginiamo noi. Esistono uno o due cinema cambogiani e non e' per far la difficile, ma vedere le grandi insegne fuori dallo stabile che mostrano un cane con in bocca un braccio sanguinante con una donna accanto sgozzata, non e' che mi invoglia troppo ad entrare. Cosi' per noi "stranieri viziati" ci si inventa un cinema casalingo. Non ci vuole molto, una casa con atrio, una stanza abbastanza grande, un proiettore, un muro bianco, aria
condizionata, qualche cuscino e
divanetto in vimini. Non ci sono i pop
corn ma nel frigo box, dopo una lunga ricerca tra i ghiacci, sono saltati fuori delle
coche e delle barrette di cioccolato. Il biglietto e' costato 3.5 dollari e avevamo la sala riservata tutta per noi otto donzelle, che
praticamente occupavamo tutta. La fila davanti era comodamente sdraiata su grandi cuscini e quelle nelle due file dietro su comodi divani in vimini. E' stato un po' come vedere un film sul
maxi schermo, l'immagine e' grande (scrivono 4.5 m) ma non devi alzare la testa come se stai in prima fila.
Il film era carino, abbiamo visto
Julie&
Julia. E' appena uscito ma chiaramente al mercato russo
gia' se ne trova una copia di buona
qualita'. La storia parla di due donne che, in differenti epoche e per differenti ragioni, realizzano la loro vita grazie alla passione per la cucina. Cosa che
difficilmente potra' accadere a me. Vale la pena vederlo.
Esperienza sicuramente da ripetere, vedremo cosa ci
sara' in cartellone dopo le feste.
Devo fare una rettifica,
perche' nel frattempo
Joerg mi ha mandato un messaggio in
skype, dicendomi che e' in ufficio a far funzionare gli
emails. Vi rendente conto come siamo dipendenti da queste tecnologie? Meglio la dipendenza alla birra? Mah....
Non approfondisco l'argomento ma vado a sprofondarmi nel letto.